A scuola di Karate - okinawakarate

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Spesso ci si domanda se il karate è una pratica adatta ai bambini. Gli attuali sistemi didattici forniscono all'insegnante
di karate deimetodi grazie ai quali i bambini, sotto la sua guida, possono praticare il karate in assoluta sicurezza.
La loro struttura fisica viene rinforzata grazie all'addestramento necessario
al compimento di gesti che richiedono grande padronanza del proprio corpo.
I bambini non vengono mai limitati nello sfogo della loro naturale vivacità
perché le loro energie, e quindi anche le loro aggressività, vengono canalizzate
e fatte sfociare verso un lavoro positivo.
Una delle caratteristiche più interessanti del lavoro che si fa con i bambini
è lo sviluppo della conoscenza del proprio corpo: il bambino riesce a percepire
le sue potenzialità e i suoi limiti.

Nonostante le edulcorazioni della moderna pratica del karate al bambino viene insegnato e poi richiesto un comportamento che segua delle piccole regole di condotta, come fare il saluto quando si arriva e quando si lascia il dojo, rispettare i propri compagni, non assumere mai atteggiamenti scorretti: in questo modo il bambino può identificarsi come appartenete ad una piccola società con le sue piccole regole.
E quest'ultimo è un aspetto molto importante per la crescita di un individuo con sani valori di lealtà e rispetto.
Durante tutto il suo percorso il bambino è seguito dal Maestro, figura con grande ascendente sui piccoli, ma che si limita a fare da guida senza mai pretendere di sostituirsi ai genitori, con i quali, si ritiene necessario, il Maestro deve avere un rapporto di scambio a favore del piccolo.
Carta dei diritti del bambino

Diritto di divertirsi e di giocare come un bambino
Diritto di vivere lo sport
Diritto di beneficiare di un ambiente sano
Diritto di essere trattato con dignità
Diritto di essere allenato e circondato da persone qualificate
Diritto di seguire allenamenti adeguati ai propri ritmi
Diritto di misurarsi con giovani che abbiano la stessa probabilità di successo Diritto di partecipare a manifestazioni adeguate e gioiose
Diritto di praticare in condizioni di massima sicurezza e serenità
Diritto di avere tempi di riposo Diritto di non essere un campione

UNESCO - Ginevra 1992
Un parere tecnico da parte di professionisti della medicina dello sport sui benefici che i più giovani possono trarre dalla pratica del Karate Tradizionale:

Un bambino ha necessità di imparare a conoscersi, di percepire le varie parti del suo corpo, di individuare le stesse componenti corporee nei suoi simili. Attraverso il movimento nelle varie direzioni può cominciare a percepire gli elementi dello spazio che lo circonda, ad apprendere in modo semplice le varie forme geometriche, a strutturare il reale fino ad imparare ad orientarsi. Riconoscere con prontezza e facilita la destra e la sinistra, prima su se stessi e poi sugli altri, vale a dire sviluppare la propria lateralità, può sembrare banale all'occhio di un adulto, mentre costituisce un'acquisizione davvero importante nel bambino. Ecco che I'esecuzione dei più semplici kata, gli esercizi codificati di forma del Karate Tradizionale, che si sviluppano specularmente nelle varie direzioni impegnando in modo simmetrico tutto il corpo, costituiscono per il karateka di giovane età un divertente mezzo di conoscenza oltre che un corretto ed equilibrato esercizio fisico. La consapevolezza delle proprie risorse, I'accettazione dei propri limiti, il desiderio di migliorarli accettando l'insegnamento di chi ha maggiore esperienza, la capacita di mettersi in gioco nell'affrontare le difficoltà, rappresentano obiettivi che ogni genitore vorrebbe vedere raggiunti nei propri figli. La disciplina sportiva, in questo caso il Karate Tradizionale, diventa la metafora del vivere; la palestra dove si consuma, solo in modo figurato, il rito del combattimento, diventa il luogo dove si apprende che affrontare il prossimo significa prima di tutto rispettarlo, comprenderlo, accettarlo. Niente colpi bassi o lotte furibonde: un bambino impara solamente a controllarsi e ad esprimersi, ad affrontare piccole difficoltà, a conoscere se stesso per poter poi conoscere gli altri, a vincere la timidezza o a frenare la propria esuberanza.

articolo tratto dalla rivista scientifica "Sport e Medicina"

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